Ferrara: il Territorio in una Città

XIII. Dal Settecento ai giorni nostri


Scorrendo brevemente il XVIII Secolo, si nota come questo fu caratterizzato inizialmente dalla Guerra di Successione spagnola: essa coinvolse inevitabilmente anche il territorio ferrarese che venne occupato dall’esercito austriaco, in particolare a Bondeno, Ficarolo e alla periferia di Ferrara.

 

La questione relativa alla successione al trono di Spagna, dopo la morte di re Carlo II avvenuta nel Novembre del 1700, coinvolse le maggiori potenze europee, riacutizzando antiche rivalità e causando veri e propri interventi bellici. La Guerra di Successione fu combattuta tra il 1701 e il 1713 e presentò, da una parte, Luigi XIV di Francia e, dall’altra, Filippo V di Spagna, al quale si unirono Inghilterra, Olanda e l’Impero. Ferrara fu costretta a prendere parte al contenzioso quando il Duca di Vendôme, con circa ventiduemila soldati, entrò nel suo territorio. Nel 1704 invece la città subì l’arrivo delle truppe imperiali, costrette ad uscire dal modenese per rifugiarsi nei territori della Legazione. Nel 1708 i soldati imperiali occuparono Comacchio al fine di prendere possesso delle sue valli; la Santa Sede dovette arrendersi alla decisione di inviare un’armata pontificia in difesa dei suoi territori.

Da questo momento Francesi e Austriaci si alternarono nei domini della chiesa e Ferrara diventò un territorio di guerra sul quale truppe straniere di passaggio scorazzavano frequentemente, non certo venendo meno a facili devastazioni.

Non bastasse, nel 1705 gli argini del Po cedettero, allagando nuovamente il territorio.

Alla fine del primo decennio del XVIII Secolo, la Città venne assediata dagli austriaci ma subito ripresa dall’esercito pontificio in pochi mesi: solo nel 1717, sotto il Vescovo Tommaso Ruffo, Ferrara smise di essere sotto la diretta dipendenza del Papa.

Il 22 Giugno 1796 Ferrara giurava fedeltà alla Repubblica francese, unendosi a quella Cispadana, poi divenuta, nell’ordine, Cisalpina e Repubblica propriamente detta. Finiva così definitivamente il potere della Chiesa e si apriva un periodo di vita democratica ferrarese che si concluse nel 1814 con la caduta di Napoleone e il ritorno a Ferrara del cardinale Alessandro Mattei, fino al 1859.

Il 23 Giugno 1796 i soldati francesi presero possesso di Ferrara ed il giorno successivo si impadronirono dei beni della Chiesa: venne così imposto un pesante tributo di guerra. I commissari francesi furono incaricati della raccolta di opere d’arte, libri e oggetti scientifici da portare in Francia: a Cento la requisizione fu imponente.

Assurta a simbolo dell’oppressione di tutta questa interminabile serie di alternanze fra potenti, nel 1862 venne demolita a furor di popolo la fortezza della Cittadella, dove, successivamente, fu costruito il cosiddetto “Quartiere Giardino”.

Il Novecento, per l’appunto, vede predominare in particolare l’intervento dell’urbanista Ciro Contini, l’Ingegnere che tentò di apportare anche alla città di Ferrara quella ventata innovatrice nell’ambito della forma urbana a tutto tondo, figlia del Secolo precedente e di tante esperienze più o meno valide: sono da ascriversi a lui, infatti, non soltanto il suddetto Quartiere Giardino ma anche gli sventramenti operati nel tessuto storico retrostante il vecchio Palazzo della Ragione che affacciava su Piazza Trento e Trieste (distrutto da un incendio nel 1945 e successivamente ricostruito sulla falsariga delle fattezze originarie) e spintisi fino all’odierna Piazza Travaglio. Sempre del Contini sono la progettazione dell’area del Foro Boario e la realizzazione di alcune abitazioni private in chiaro stile Liberty su Viale Cavour, oltre a diversi altri interventi non realizzati che ne testimoniano comunque l’impegno costante nell’ottica del rinnovamento della sua Ferrara.

Accantonate per necessità, dopo la Seconda Guerra Mondiale e le devastazioni che ne succedettero, le attenzioni espansionistiche e di tutela, le Amministrazioni che si sono succedute negli anni fino ai giorni nostri hanno fortunatamente posto un via via maggiore interesse verso la valorizzazione del patrimonio culturale e storico di una Ferrara fortunatamente uscita pressoché incolume dalle distruzioni del conflitto.

Oltre alla riapertura di tanti palazzi e dimore signorili, adibite a sedi di rappresentazioni e mostre o Musei esse stesse, risale ai primi anni Novanta l’intervento simbolo del rinnovato interesse per il patrimonio architettonico ed artistico ferrarese, ovvero l’insieme di lavori di restauro della cerchia muraria della città, assurta da mera struttura difensiva a simbolo a tutti gli effetti di una Ferrara che ha saputo sapientemente riscriversi nei secoli.